Secondo un sondaggio dell’Eurispes (l’Istituto di Ricerca degli Italiani), nel 2016 il numero di vegani in Italia ha raggiunto l’1% della popolazione, che sommato al 7% di vegetariani fa dell’Italia uno dei paesi più vegetariani dell’UE insieme alla Germania. Tant’è che dal 2016 (l’Istituto Nazione di Statistica – Italia) ha fatto entrare nel paniere dei prodotti presi in considerazione per il calcolo dell’inflazione voci come: alimenti vegetariani e vegani e centrifugati di frutta e verdura.
Ma quali sono le caratteristiche della dieta vegana?
La dieta vegana parte da presupposti filosofici di eticità e rispetto nei confronti degli animali, con il fine di risolvere problematiche etico-morali, ambientali nel rispetto della biodiversità, sociali e sanitarie (legate alla salute e al benessere). E’ infatti basata sull’eliminazione di tutti gli alimenti di origine animale: carne, pesce, uova, latte con i suoi derivati e miele. Pertanto, in un regime alimentare vegano vengono consumati prevalentemente cereali (per lo più integrali), ortaggi, verdure, legumi, semi e grassi di origine vegetale.
Da qui, i rischi che ne derivano: è assente l’apporto di proteine di origine animale. Sebbene cereali e legumi sono buone fonti di proteine vegetali, la mancanza in questi alimenti di amminoacidi essenziali per il buon funzionamento dell’organismo deve essere gestita con cautela. In diete povere di pesce si riscontra la mancanza di fonti dirette di acidi grassi essenziali (EPA e DHA), fondamentali per la buona salute di cuore e cervello. Inoltre, gli alimenti concessi dalla dieta vegana risultano poveri in fondamentali micronutrienti: vitamina B12, Calcio, Zinco e Ferro.
D’altra parte, la dieta vegana abbatte completamente l’apporto di colesterolo della dieta, causa delle principali malattie cardiovascolari. E’ ricchissima in antiossidanti, utili per combattere lo stress ossidativo, e apporta un quantitativo di fibre tali da regolare l’indice glicemico. 
In conclusione, non possiamo parlare di dieta vegana come di una dieta equilibrata; pertanto per essere protratta nel tempo, il consulto con un medico o nutrizionista sulla gestione di questo tipo di alimentazione è strettamente necessario. 

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