Il concetto deriva da studi condotti molti anni fa secondo cui erano emersi diversi casi di gozzo infantile legato alla sostituzione del latte materno con il latte di soia. Il problema era stato poi ricondotto alla carenza di assunzione di iodio con il consumo di quest’ultimo. 

La carenza di iodio è un problema ancora molto diffuso oggigiorno. Il fabbisogno giornaliero secondo i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN) è di 150 microgrammi al giorno e 200 microgrammi al giorno, in caso di donne in fase di gravidanza e allattamento. 

Lo iodio è un minerale molto importante perchè è un componente essenziale degli ormoni tiroidei, i quali a loro volta regolano una serie di funzioni, quali: controllo della temperatura corporea, metabolismo dei macronutrienti (zuccheri, grassi e proteine), metabolismo basale, sviluppo del sistema nervoso centrale e dello scheletro (durante gestazione ed età infantile) e regolazione del sistema immunitario. L’ormone TSH aumenta l’assorbimento di iodio da parte della tiroide per stimolare la sintesi degli ormoni tiroidei. In caso di carenza di iodio, la tiroide tende ad ingrossarsi nel tentativo di assorbire questo elemento. 

Lo iodio  è presente negli alimenti, prevalentemente nel pesce, nelle alghe, ma anche in latte, uova, carne, cereali. La concentrazione di iodio nella frutta e nella verdura dipende dalla presenza di iodio nel terreno di coltivazione, dall’uso di fertilizzanti e dalle pratiche di irrigazione. Essendoci una grossa variabilità nell’assunzione di iodio, il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consigliano di prevenirne la carenza sostituendo il comune sale da cucina con quello iodato. Tuttavia, è bene evitare di esagerare, in quanto eccessi di iodio possono portare ad alcuni sintomi scatenati dalla sua carenza: ipotiroidismo, gozzo, ipertiroidismo, tiroiditi e cancro papillare alla tiroide. Le intossicazioni acute sono rare. 

EFFETTI DELLA SOIA SULLA FUNZIONALITA’ DELLA TIROIDE

– FUNZIONALITA’ TIROIDEA NORMALE 

Non ci sono dati certi a supporto del fatto che l’assunzione di soia possa compromettere la funzionalità tiroidea in soggetti normotiroidei. Anzi, grossi studi hanno evidenziato la mancanza di collegamenti tra l’assunzione di soia e la funzione tiroidea 1, e la mancanza di rischio nel caso di supplementazione di isoflavoni in donne peri- e post-menopausa 2. Per cui in caso di funzionalità tiroidea normale non bisogna avere paura di assumere soia. Sono stati studiati effetti protettivi su cuore, seno, ossa e prostata. 

– IPOTIROIDISMO SUBCLINICO E IPOTIROIDISMO 

L’ipotiroidismo subclinico è riscontrabile nel 5-10% della popolazione generale con epidemiologia più diffusa nel genere femminile e nelle regioni con sufficiente apporto di iodio. Circa il 5% dei soggetti con ipotiroidismo subclinico sviluppa ipotiroidismo conclamato nel giro di 1 anno. La diagnosi viene eseguita con valori di TSH alto, FT3 ed FT4 normali in almeno due riscontri agli esami del sangue. Alcuni studi hanno dimostrato che esiste un collegamento tra alte dosi di soia e una più facile progressione verso una forma conclamata di ipotiroidismo. Esistono molti studi su modelli animali, quelli sull’uomo sono ancora limitati 3.  Non esiste un vero e proprio collegamento tra assunzione di soia e peggioramento della funzionalità tiroidea, ma la soia, che contiene fitoestrogeni, può interferire con l’assorbimento della levotiroxina, ossia dell’ormone tiroideo in pazienti con ipotiroidismo 1. Latte e yoghurt di soia o altri prodotti contenenti soia nel caso di terapia con farmaco sarebbe bene consumarli lontano dalla colazione (momento in cui viene assunto il farmaco), ma ad esempio come snack a metà mattina o metà pomeriggio.  Altre sostanze che possono interferire con l’assorbimento del farmaco sono: caffeina, teina, antiacidi, inibitori di pompa protonica (-prazoli) usati nel trattamento del reflusso. La somministrazione dell’alternativa formulazione liquida del farmaco offre maggiori vantaggi nella gestione del pasto (chiedete consiglio al vostro endocrinologo). 

Bibliografia:

1. Messina M, Redmond G. Effects of soy protein and soybean isoflavones on thyroid function in healthy adults and hypothyroid patients: a review of the relevant literature. Thyroid. 2006 Mar 1;16(3):249-58.

2. EFSA Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food (ANS). Risk assessment for peri?and post?menopausal women taking food supplements containing isolated isoflavones. EFSA Journal. 2015 Oct;13(10):4246.

3. Sathyapalan T, Manuchehri AM, Thatcher NJ, Rigby AS, Chapman T, Kilpatrick ES, Atkin SL. The effect of soy phytoestrogen supplementation on thyroid status and cardiovascular risk markers in patients with subclinical hypothyroidism: a randomized, double-blind, crossover study. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. 2011 May 1;96(5):1442-9.

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